
Pubblicato un nuovo articolo sui meccanismi dell’ipertrofia miocardica sulla rivista PNAS
Pubblicato su PNAS un articolo sui meccanismi dell’ipertrofia miocardica dal titolo "Enhancement of mitochondrial calcium uptake is cardioprotective against maladaptive hypertrophy by retrograde signaling uptuning Akt" del team Autonomic Control of Heart function, guidato dal Prof Mongillo.
Quando il cuore è sottoposto a un carico di lavoro elevato, come nei pazienti con ipertensione arteriosa o malattie delle valvole cardiache, si adatta crescendo in dimensione come fanno i muscoli scheletrici quando li esercitiamo in palestra. Nel cuore, le cellule muscolari, i cardiomiociti, ingrandiscono (ipertrofia miocardica adattativa) per pompare sangue con più forza. Tuttavia, se il sovraccarico di lavoro perdura, i cardiomiociti perdono efficienza, andando incontro ad un processo “maladattativo” che conduce all’insufficienza cardiaca, una delle principali cause di morte a livello mondiale.
Sebbene molti studi abbiano indagato i meccanismi dell’ipertrofia miocardica, il ruolo dello ione calcio (Ca²⁺) nei mitocondri delle cellule cardiache è rimasto oscuro. Nel nostro lavoro ci siamo concentrati su una proteina chiamata MCU (uniporto mitocondriale del Ca²⁺), che trasporta Ca²⁺ nel mitocondrio, per capire come essa influenzi la risposta del cuore ai carichi di lavoro elevati. Abbiamo osservato che l’aumento dell’ingresso mitocondriale di Ca²⁺ innesca un lieve incremento dello stress ossidativo, di solito considerato un evento dannoso ma che, se mantenuto a livelli moderati e controllati, può attivare segnali favorevoli all’adattamento della cellula cardiaca. L’amplificazione dell’effetto di MCU è stato in grado di ritardare il passaggio dall’iniziale ipertrofia “adattativa” del cuore all’ipertrofia “maladattativa” e la conseguente insufficienza cardiaca irreversibile. La modulazione del Ca²⁺ mitocondriale emerge così come un nuovo possibile bersaglio terapeutico nell’ipertrofia miocardica, fondamentale per sviluppare terapie e strategie più efficaci nel trattamento delle malattie del cuore. La ricerca di permetterà di individuare nuovi approcci per alleviare I danni al muscolo cardiaco che risultano dall’adattamento ad un carico di lavoro elevato.